ANGELO GRIMALDI: La Costituzione di Cadice
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Costituzione ed un decreto con cui nominò vicario generale del Regno il Principe ereditario
Francesco.
Costituzione di Cadice, il cui art. 1 recitava: “La Costituzione del Regno delle Due Sicilie
sarà
Maestà
nazionale
particolari
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Costituzione.
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promulgata il 29 gennaio 1821.
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Poco dopo il moto napoletano, nato in seguito al pronunciamento spagnolo, scoppiò
un’insurrezione in Sicilia, dove si contrapposero le esigenze degli aristocratici, sostenitori
della Costituzione siciliana del 1812, a quelle dei borghesi, che invece vagheggiavano la
Costituzione di Cadice. La Costituzione siciliana del 1812 avrebbe assicurato ai baroni ed
ecclesiastici molti privilegi ed un controllo politico attraverso i seggi della Camera dei Pari,
mentre
mercantile,
(difficilmente
napoletani
la
1812,
considerati i difficili rapporti tra le due parti del regno).
In realtà in Sicilia l’istanza di c.d. “indipendenza” avanzata dai palermitani non fu
condivisa da tutti i Valli (province). Messina, antica rivale di Palermo, aveva festeggiato il
successo della rivoluzione napoletana (molti cittadini messinesi, aderendo al nuovo ordine
di cose, si iscrissero numerosi alla Carboneria); lo stesso avvenne a Catania e a Siracusa,
dove
Girgenti, che aveva assunto un atteggiamento ostile al Governo di Napoli. La Carboneria
contribuiva ad accentuare i legami fra le due parti del Regno e, di conseguenza, si voleva
agevolare in un certo qual modo il percorso al nuovo Governo costituzionale. Ma in Sicilia,
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Adozione della Costituzione di Spagna dell’anno 1812, Napoli, 7 luglio 1820, in Atti del Parlamento delle
Due Sicilie 1820-1821, Vol. Primo (Bologna: Nicola Zanichelli, 1926), 12-13.
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Formula del giuramento prestato dal Re, in Atti del Parlamento delle Due Sicilie 1820-1821, Vol. Primo
(Bologna: Nicola Zanichelli, 1926), 14.
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Parlamento,
dalla
stamperia
del
Parlamento
Nazionale,
Napoli,
1821.
Disponibile
in: