ANGELO GRIMALDI: La Costituzione di Cadice
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il
romantico guarda nostalgicamente ad un passato spesso immaginato più armonioso.
La rappresentanza nazionale, esercitata da una sola Camera o il concetto di nazione
come
composizione sociale degli spagnoli, le diverse classi sociali, i privilegi e con un territorio
“nazionale” che comprendeva anche le colonie americane ed asiatiche la cui popolazione
era
scaturiva un modello istituzionale incentrato su uno Stato unitario e centralizzato che si era
sviluppato
dell’unità ed indivisibilità dello Stato, principio inizialmente enunciato dalla Costituzione
francese
indivisibile…”.
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provinciali
politiche. Questa decentrata articolazione amministrativa rappresenta uno dei contenuti più
innovativi della Costituzione di Cadice: le municipalità e le deputazioni provinciali previste
erano elette e non designate dall’alto.
La
domestici
scrivere”), era temperata da un sistema elettorale in tre gradi che alla fine faceva prevalere i
notabili. L’elettore tipico era il “capo famiglia”, fedele alla religione cattolica, sistemato in
una
parrocchiali o nelle cattedrali, e accompagnate da una solenne “Messa dello Spirito Santo”
(art. 47). In questo sistema elettorale emergono residui del passato, impostato sul quartiere,
cioè sulle piccole aree territoriali, riguarda essenzialmente le sedi e le modalità concrete di
elezione
rappresentano
“ispanico” della Costituzione, ma i rappresentanti, una volta eletti, avrebbero rappresentato
la
secondo il principio della rappresentanza generale, con un sistema che cerca di coniugare la
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Costituzione del 3 settembre 1791, articolo 1 del Titolo II, in: Armando Saitta, Costituenti e costituzioni
della Francia moderna (Torino: Einaudi, 1952), 69.